UNA NUOVA SPECIE UMANA
Quando la conoscenza che abbiamo della vita e niente rispetto alla vita. La nostra storia potrebbe non essere “tutta” la storia che abbiamo sempre pensato e conosciuto.
È di questi giorni la scoperta (rivelazione) che con molta probabilità è esistita un’altra specie umana oltre la nota dalla quale arriviamo homo erectus. La scoperta però, risale tra il 1972 e il 1983 anni in cui sono stati ritrovati, nella grotta Yanhui presso la contea di Tongzi, Cina meridionale, quattro denti fossili appartenenti ad una specie umana in via di definizione. Non si sa bene infatti, in che categoria catalogarli. Inizialmente appartenenti a Homo Erectus, ma analisi successive hanno però rivelato dettagli che li rendevano in realtà incompatibili, lasciando l’intera vicenda in standby per quasi due decenni.
Due decenni. Vent’anni. Avete capito bene!
Vent’anni per arrivare a capire e ad avere quella tecnologia in grado di “definire”, provvisoriamente, che forse è esistita un’altra specie umana e che la conoscenza che abbiamo delle nostre origini potrebbe essere incompleta o ben diversa.
Ora un nuovo studio pubblicato sul Journal of Human Evolution torna a prendere in esame questi denti con i nuovi metodi di indagine messi a punto nel frattempo. Le nuove analisi hanno nuovamente escluso che i denti siano di Homo Erectus, così come di Neandertal, senza però riuscire a svelare a chi appartenessero.
Nel frattempo che gli scienziati cinesi ci svelino a chi appartengono questi quattro denti fossili, speriamo che non ci impieghino altri vent’anni, voglio usare questa premessa per parlarti di come la Conoscenza che abbiamo della vita, per conoscenza intendo tutto ciò che oggi conosciamo sulla vita e noi stessi e che crediamo e pensiamo essere vero perché in qualche modo riconosciuto e accettato dalla maggioranza e dalla opinione pubblica, sto parlando di tutto ciò che oggi è una credenza, una convinzione, un’abitudine, una usanza, una legge, una verità scientifica ecc, possa in realtà essere solo una piccola, piccolissima parte di quella “conoscenza” (e della verità) che, con molta probabilità, quasi certamente, esiste ma che non può essere compresa perché non abbiamo ancora sviluppato l’intelligenza (tecnologia) necessaria per comprenderla e scoprirla.
Parlare di questo significa capire che rispetto ai tempi in cui certe “scoperte” vengono diffuse e il tempo che poi compiono per essere accettate e comprese dall’uomo può essere così ampio da determinare di fatto uno “sfalzamento” tra la vera conoscenza che abbiamo della vita e quella, parzialmente valida, che invece viviamo e riconosciamo.
È come dire che, con molta probabilità, la vita che crediamo di vivere non è la vera vita che potremmo o dovremmo vivere perché siamo sempre in ritardo rispetto ai tempi. In termini esistenziali a livello umano, una persona potrebbe sapere che ciò che crede di sapere o di studiare rispetto alla sua “vita” non è in realtà la vera vita. Penso ad esempio, a come molte persone sono portate a credere vere certe conoscenze (limitanti) che gli impediscono poi di vivere una vita autentica, serena, in armonia con se stessi e il mondo oppure a come, certe “conoscenze”, siano solo mezze verità che vengono usate per farci distogliere l’attenzione da ciò che conta veramente.
Potremmo davvero sapere, che con molta probabilità, esiste molto, ma molto di più. Forse esiste davvero un’altra specie umana, un altro essere umano o che noi non siamo chi pensiamo di essere o siamo quell’essere umano “diverso” (vero) che non è ancora riconosciuto.
Questo tipo di “esercizio” ha un obiettivo preciso. Sviluppare la creatività, la fantasia, l’immaginazione, ma anche la capacità di discernimento, lo sviluppo del senso critico e del libero pensiero, l’autostima e la fiducia personale. Sino a giungere a “verità” etiche, morali, religiose e filosofiche/spirituali ben superiori a quelle che conosciamo.
Abilità che aiutano a comprendere e capire meglio la vita, noi stessi e gli altri, ma aiuta a saper distinguere il vero dal falso, il giusto dallo sbagliato e via dicendo. È a tutti gli effetti una crescita psicologica, intellettuale, etica e morale, emozionale e spirituale.
Inoltre, questo tipo di lavoro di ricerca, di comprensione e di sviluppo della nostra conoscenza favorisce proprio la nascita di un nuovo essere umano più saggio, più cosciente e consapevole, rispettoso, amorevole. Intelligente e altamente tecnologico.
Questo è in sintesi lo scopo di questo articolo. Sapere che esiste una vita ben più ricca di quanto possiamo immaginare e che è possibile “intercettare” nel momento in cui ci prendiamo cura di noi stessi e ci apriamo alla scoperta, all’esplorazione e alla ricerca. Ma significa anche molto di più perché stiamo parlando delle caratteristiche umane, intellettuali e spirituali che avremo nel futuro. Che avrà l’uomo del 21° secolo.
Questo approccio può essere applicato in ogni ambito sociale, educativo e professionale che sia. Non pone limiti o vincoli e ci proietta davvero a comprendere che è in atto a tutti gli effetti una speciazione dell’essere umano e prenderne coscienza ci aiuterà a definire un nuovo codice etico e di comportamento.
Basato sull’amore per la verità e l’amore per la libertà.
Daniele Andrea Pulciani