DAGLI EGIZI UN NUOVO CODICE ETICO

VERITÀ. EQUILIBRIO. ORDINE. ARMONIA.

“LEGGE DELLA MORALITÀ E DELLA GIUSTIZIA”

 “Ispirato alla dea Maat”

Legge della moralità, Dea Maat, Psicostasia, Thot, Iside, Anubi, Horus probabilmente per molti questi nomi e termini sono per lo più sconosciuti, ma riguardo agli attuali scenari in atto, scenari che vedono la società moderna vacillare sotto i “colpi” della crisi politica, internazionale, culturale, etica e morale ci possono davvero aiutare per recuperare un antica saggezza e comprendere in che modo interpretare e affrontare l’attuale cambiamento in atto. Del resto, lo sappiamo da sempre, l’antica cultura egizia è stata una delle civiltà più brillanti e fiorenti di tutti i tempi, dopo quella di Atlantide, passando per i Maya e gli Aztechi. Espressione di massima eccellenza, soprattutto nell’ingegneria e sul piano spirituale, religioso e astronomico.

Nella sua storia sono contenuti molte delle più importanti leggi con le quali poter reinterpretare e ridefinire un nuovo quanto mai antico “codice etico” di comportamento in chiave 21° secolo. Un nuovo “quadro” di riferimento su cui poter ritrovare antichi saperi perduti, una nuova giustizia e ispirarsi a valori secolari quali la verità, l’amore, l’ordine, l’armonia, la giustizia.

Da dove iniziare?

Certamente dall’offrire un panorama della grande avventura che l’umanità sta vivendo, cercando di illuminarne soprattutto gli aspetti meno noti e più suggestivi. Quella che ho soprannominato “la corsa all’infinito”.

Sappiamo tutti di essere all’interno di un cambiamento epocale e che la crisi dei valori e dagli obsoleti modelli sociali, culturali e religiosi di tipo occidentale prettamente centrati sul consumismo, lo spreco, lo sfruttamento, il razzismo, la corruzione, le ingiustizie, gli abusi di potere, l’ignoranza, la violenza, ma anche sulla crisi dei valori religiosi legati principalmente alla Chiesa stessa, stanno caratterizzando questo secolo. Ricordiamo che la religione cattolica, religione di Stato, è quella che più fortemente ha influenzato l’Europa, la nostra attuale cultura e il modo che abbiamo di vedere la vita..

È fondamentale tuttavia, per poter fotografare nella maniera più accurata possibile e nel rispetto degli evidenti esigenze di sintesi, partire da ciò che accade proprio in Italia, in casa nostra, nel quartier generale di Roma che non è solo la capitale d’Italia ma anche la Capitale del Mondo (Roma caput mundi), perché penso che sia assolutamente efficace, per dare una visione d’insieme che si estenda il più possibile, proprio nel rispetto del proverbio popolare “Tutte le strade portano a Roma” o viceversa “Tutte le strade partono da Roma”.

Per scattare questa fotografia, premessa fondamentale è sapere di cosa stiamo parlando.

Parliamo di crisi di valori, di disordine sociale, di disorientamento, diseducazione, di abusi di potere, di razzismo, odio, violenza, disuguaglianze e quindi di valori e diritti, codice etico e morale, giustizia, rispetto. Parliamo di sane condotte, di rettitudine, di ordine, equilibrio interiore, armonia. Parliamo di tutto ciò che, in sostanza, sembra che manchi nella nostra società, la quale, invece di offrire ed esprimere un sano e corretto modello di vita è del tutto priva di valori. Tutti parlano di mancanza di valori perché sono davvero pochi coloro che li conoscono e magari vogliono cambiare davvero. Questo, in sintesi, il quadro di riferimento sociale nel quale viviamo.

Cosa sta succedendo?

Tempo fa, nel presentare la mia attività, ho dovuto fare una premessa importante poiché dovevo spiegare di cosa mi occupassi. Ricoprendo diversi ruoli e attività, dal pranoterapeuta al life coach, dal ricercatore, allo scrittore, dal formatore sino all’innovatore,  inizio parlando proprio del cambiamento in atto nel mondo e di come per “comprenderlo” o contestualizzato vada aperta una visione, del cuore, la più ampia possibile.

Aprire la “visione”.

Nonostante infatti ci siano tante, nuove e costanti brutte notizie, sempre i medesimi problemi o preoccupazioni, raccomando di ricordarsi che dietro ogni difficoltà o crisi si nasconde sempre un opportunità e che la qualità della ricerca delle informazioni, quelle vere soprattutto, è ciò che fa la differenza. Ed è di questa che vado affermando: del lato buono della forza.

Nel farlo accenno pertanto a un dato culturale e sociologico di indubbio valore.

Il mondo sta cambiando.

Il mondo sta cambiando e il cambiamento che stiamo affrontando è a tutti gli effetti un passaggio “ponte” da un’éra ad un’altra. Dalla fine di un mondo all’inizio di uno nuovo e, in questo scenario, per l’intensità della sua trasformazione, per l’ostilità del suo passaggio è fortemente condizionato da contraddizioni, caos, disordine poiché i vecchi punti (i valori attuali) di riferimento vengono meno, si scoprono obsoleti, e nel tentativo di ridefinirne di nuovi l’uomo si ritrova smarrito senza una nuova prospettiva come fosse nella terra di nessuno. Si perde il senso di orientamento e si vive alla giornata.

Noi ci troviamo esattamente in questo fase e la mia, come quelle di tanti altri professionisti della cultura, della formazione ed educazione, è quella di aiutare le persone ad attraverso questo passaggio.

In questo “viaggio ponte” è come se stessimo facendo un esodo da una terra in cui si viveva come degli “schiavi” a una “nuova terra promessa”. Un cammino che equivale ad un lasso di tempo più o meno lungo. In questo viaggio avviene una trasmutazione: l’uomo cambia, muore una parte di sé con tutto il vecchio e vengono ridefiniti i modelli sociali di futura generazione che ancora non si vedono. Ciò che si vede benissimo sono invece le fratture, le incoerenze, le ingiustizie, gli abusi di potere, il crollo dei valori, si avverte maggiore fatica, maggiore è lo stress. Tutto sembra cospirare contro l’uomo.

Lo stesso equivale per i valori, i modelli educativi, i rapporti umani, la qualità della vita, la felicità, l’amore, la morte, la fede, la verità. Tutto viene ridefinito. In questa fase è essenziale spiegare che tale trasformazione è una forte presa di coscienza riguardo a tutto ciò oramai non più utile, che non serve più o che non ha proprio funzionato o che è stato addirittura deleterio, a ciò che siamo pertanto chiamati ad assumerci come responsabilità riguardo il cambiamento stesso e la ridefinizione di quei nuovi valori e nuovi paradigmi che si fondano su nuove conoscenze. Nuovi modelli, in particolare, che diano una nuova visione della vita e nuova e ritrovata fiducia.

Gli antichi egizi.

Lo facciamo pertanto partendo dagli antichi egizi, dalla Dea Maat e, in particolare, dal capire cos’è la Psicostasia ovvero, la pesatura del cuore o pesatura dell’anima. Ci sarà davvero utile. Nel disegno sopra ritratto ritroviamo raffigurata il suo procedimento.

Con tale termine, Psicostasia, si indica la cerimonia dell’antica religione egizia a cui, secondo il Libro dei Morti nel capitolo 125, veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all’aldilà. Per gli antichi egizi il cuore era il centro della forza divina, della spiritualità, di tutte le percezioni dell’essere che da esso erano vagliate. Lo Scarabeo era un cuore divino capace con i suoi poteri di percepire anche l’invisibile.

In questa rappresentazione, l’episodio viene “narrato” quasi come si trattasse di una sorta di film in cui la sequenza delle immagini è, però, contestuale giacché in ogni singola fase è ugualmente rappresentata in un unico dipinto. In questa rappresentazione, da sinistra verso destra, Hennefer, che sovraintendeva i possedimenti di bestiame del culto funerario di Seti I, è condotto per mano da Anubi, dio della mummificazione, dell’imbalsamazione, protettore dei cimiteri, delle necrepoli e del mondo dei morti, rappresentato come un uomo con la testa di canide, verso una bilancia nella Sala delle due Maat. Le due verità.

In una sorta di secondo fotogramma di uno stesso episodio, l’immagine seguente rappresenta Anubi che su un piatto di un’enorme bilancia ha posto il cuore del defunto Hennefer, mentre sull’altro piatto si trova la “piuma”, ovvero la Maat, la verità, la giustizia.

Il dio della saggezza, Thot, prende nota dell’esito della pesatura: se, infatti, il cuore, come depositario di tutte le azioni, buone o malvagie, compiute durante la vita, bilancerà la piuma, allora il defunto sarà dichiarato maakheru ovvero “giusto”, o “giustificato”, ed ammesso al regno dei morti. In caso contrario il cuore verrà dato in pasto ad Ammit, “colei che ingoia il defunto”, rappresentata da un mostro composito ai piedi della bilancia, che somma in sé gli animali più pericolosi dell’Egitto: il coccodrillo, il leone e l’ippopotamo.

Il penultimo fotogramma raffigura Horus, figlio di Iside e Osiride,  considerato nella etimologia del nome “Colui che è al di sopra, il Superiore”, la più importante divinità egizia, per intenderci l’occhio che tutto vede, presenta Hennefer ormai “giustificato”, ad Osiride che si trova in trono, all’estrema destra del dipinto, sotto un baldacchino. Una sorta di “tempio”.

Tutto ciò rientra nella nota “formula dello scarabeo del cuore”. In alto l’occhio di Udjat, l’occhio di Horus, secondo la religione egizia simbolo di protezione, prosperità, del potere regale e della buona salute.

In sintesi la psicostasia era prevista anche nello Zoroastrismo persiano (alla presenza del dio Mitra) e dell’islamismo. In funzione scatologica la ritroviamo nella letteratura apocalittica dell’Ebraismo e, nella tradizione cristiana, nella figura dell’Arcangelo Michele. Dovremmo infatti, pur sempre, fare tesoro e ricordarci da dove arrivano le nostre origini prima di affermare che una religione detiene la verità su dio o meno. In riferimento ovviamente a casa nostra e al ruolo della Chiesa Cattolica.

Partendo dalla psicostasia o pesatura del cuore, pesatura dell’anima è possibile arrivare alla dea Maat. Maat era l’antico concetto egizio della verità, dell’equilibrio, dell’ordine, dell’armonia, della legge, della moralità e della giustizia. Maat aveva un ruolo primario nella “pesatura del cuore” o delle anime. La sua piuma era la misura che determinava se l’anima del defunto (che si credeva residente nel cuore) avrebbe raggiunto l’aldilà o meno.

Studiando il “personaggio” e potendolo contestualizzare ai giorni nostri a livello sociale ed etico, ma anche divinatorio o escatologico, Maat personifica “l’ordine della natura e della società”, sia nel mondo terreno che nell’aldilà. Considerata la controparte femminile del dio Thot, dio dell’aritmetica, della scrittura, delle misurazioni e del giudizio dell’anima del defunto.

Maat rappresenta il principio etico e morale che ogni egizio doveva seguire nel corso della sua vita; Maat era infatti parte integrante della società. Garante dell’ordine pubblico. Tale principio nacque in risposta a una esigenza preciso dello Stato nascente dell’epoca, che abbracciava popoli diversi con interessi anche conflittuali; il che potrebbe davvero esserci utile per il nostro attuale contesto sociale.

Tale concetto etico e morale voleva scongiurare il disordine all’interno dello Stato, pragmaticamente divenne la base della legge egizia. Sin dal periodo più antico della storia dell’Egitto, il faraone cominciò ad appellarsi Signore di Maat, sottolineando la credenza che i suoi decreti fossero espressioni della Maat che governava il suo cuore. Il sovrano aveva come  compito prima quello di presiedere il rispetto della legge e dell’ordine per questo molti sovrani portarono come nome Meri Maat che letteralmente significa Amato da Maat.

L’importanza di Maat giunse al punto da coinvolgere ogni aspetto dell’esistenza, incluso l’equilibrio fondamentale dell’universo, delle relazioni tra le parti che costituiscono la sostanza della realtà, del ciclo delle stagioni, dei movimenti celesti, delle speculazioni religiose, dei rapporti equi, dell’onestà e della fiducia fra gli uomini.

Gli egizi credevano fermamente nella fondamentale sacralità e unità dell’universo. L’armonia della realtà era preservata da una corretta vita pubblica e religiosa; si riteneva che ogni atto contro Maat, cioè ogni atto che disturbasse l’ordine stabilito delle cose, avrebbe avuto delle ripercussioni, avrebbe avuto delle conseguenze sull’individuo e sullo Stato. Un faraone empio, per esempio avrebbe gettato il Paese nella carestia, così come un individuo blasfemo avrebbe potuto perdere la vista. Opposta all’ordine espresso da Maat, esisteva l’idea di Isfet, cioè il caos, la menzogna, la violenza.

Senza doverci addentrare oltre possiamo già iniziare a comprendere che nella nostra attuale società, riguardo soprattutto ai modelli etici, morali, sociali e religiosi espressi, non si intraveda una condotta ordinata e in equilibrio ma bensì l’esatto opposto.

Tuttavia da tale prima esamine è possibile anche iniziare a capire quali siano gli aspetti che determinano un tale disordine e capire meglio anche il perché. Il confronto, doveroso, va dalla visione della vita secondo la religione egizia a quella invece di tipo occidentale secondo la religione cattolica o secondo le principali religioni monoteiste. Perché parliamo di religione cattolica? Per il semplice fatto che oggi a Roma, la cultura millenaria di riferimento dell’intera Europa, è stata fortemente dominata dalla Chiesa e i valori espressi nel cristianesimo hanno esaurito il loro compito, a tratti non sono stati proprio compresi o non sono più utili nel determinare una sana condotta e offrire un valido modello di riferimento al quale ispirarsi. Tanto proprio a livello religioso, quanto sociale, istituzionale, etico e morale.

Tanto è che la maggior parte degli ambienti sociali e istituzionali di riferimento sono avvolti dalla menzogna, dagli abusi di potere, dall’assenza di giustizia.

Nella mentalità egizia Maat legava tutte le cose in una unità indistruttibile: l’universo, il mondo naturale, lo Stato e gli individui erano visti come tasselli di un ordine superiore governato da Maat. Un passaggio fondamentale lo ritroviamo nelle Massime di Ptahhotep o istruzioni di Ptahhotep:

“Maat è il bene e il suo valore è duraturo. Non è stata disturbata sin dal giorno del Suo Creatore, mentre chi trasgredisce le sue disposizione è punito. Come un cammino, si trova anche di fronte a chi non sa nulla. Il misfatto non si è spinto fino alla (sua) porta. È pur vero che il male può portare alla ricchezza, ma la forza della verità è ciò che dura”.

Mi fa tanto pensare alla legge d’attrazione, alla fisica quantistica e proprio all’ordine naturale dell’universo.

Stiamo naturalmente parlando dell’antica legge egizia e Maat era considerata lo spirito della legge e non aveva molto a che fare con le attuale norme giuridiche della nostra moderna società. Maat simboleggiava i valori su cui si fonda la giustizia, l’armonia, la verità. Raffigurata come una donna, aspetto questo molto sensibile da contestualizzare agli attuali scenari sociali occidentali e religiosi in cui vedono la donna messa in secondo rango, recava con se il lungo scettro uas, simbolo di potere, e l’ankh, simbolo di vita eterna.

Maat rappresentava una delle divinità più importanti, i suoi simboli era la “bilancia” (come la dea bendata della fortuna e della giustizia) e la “piuma”. Personificava l’Ordine Cosmico contrapposto al caos e i suoi sacerdoti avevano elaborato una serie di prescrizioni, di regole da seguire per migliorare la società. Gli Ebrei più tardi copiarono molte di queste regole, radicalizzandole con Mosé nei 10 comandamenti.

In Egitto tali norme non avevano una funzione punitiva, ma erano considerate un modo per vivere bene e rispettare gli altri. Stiamo parlando dei Quarantadue comandamenti di Maat*. Quelli che seguono non sono dei comandamenti, sono dei consigli che ha Maat ha donato all’uomo per bocca di Thot e sono le basi di una civiltà millenaria.

Quarantadue comandamenti di Maat

1) Non uccidere e non permettere che nessuno lo faccia.

2) Non tradire la persona che ami o il tuo coniuge.

3) Non vivere nella collera.

4) Non spargere terrore nelle persone.

5) Non assalire e non provocare dolore al prossimo.

6) Non sfruttare il prossimo e non praticare la schiavitù.

7) Non fare danni che possano provocare dolore all’uomo o agli animali.

8) Non causare spargimento di lacrime.

9) Rispetta il prossimo.

10) Non rubare ciò che non ti appartiene.

11) Non mangiare più cibo di quanto te ne spetti.

12) Non danneggiare la Natura.

13) Non privare nessuno di quello che ama.

14) Non dire falsa testimonianza.

15) Non mentire per far del male ad altri.

16) Non imporre le tue idee agli altri.

17) Non agire per fare del male agli altri.

18) Non parlare dei fatti altrui.

19) Non ascoltare di nascosto fatti altrui.

20) Non ignorare la Verità e la Giustizia.

21) Non giudicare male gli altri senza conoscerli.

22) Rispetta tutti i luoghi sacri.

23) Rispetta e aiuta chi soffre.

24) Non arrabbiarti senza valide ragioni.

25) Non ostacolare mai il flusso dell’acqua.

26) Non sprecare l’acqua per i tuoi bisogni.

27) Non inquinare la terra.

28) Non nominare il nome dei Dio invano.

29) Non disprezzare le credenze altrui.

30) Non approfittare della fede altrui per fare del male.

31) Non pregare né troppo né troppo poco gli Dei.

32) Non approfittare dei beni del vicino.

33) Rispetta i defunti.

34) Rispetta i giorni sacri anche se non credi.

35) Non rubare le offerte fatte agli Dei utilizzandole per te stesso.

36) Non disprezzare i riti sacri anche se non ti aggradano.

37) Non uccidere gli animali senza una ragione seria.

38) Non agire con insolenza.

39) Non agire con arroganza.

40) Non vantarti del tuo benessere di fronte ad altri

41) Rispetta questi principi.

42) Rispetta la legge se non contrasta con questi principi

Maat veniva rappresentata come lo zoccolo del trono. Il suo significato è l’ordine, la saggezza, la ritualità, la rettitudine, la giustizia, la morale, l’armonia universale. Essa è la custode della legge divina, verità perfetta e sapienza assoluta. Rettitudine per eccellenza.

Riguardo a casa nostra e agli attuali eventi, che gettano proprio disordine e caos in ogni ambiente da quello famigliare, scolastico, sociale, politico, istituzionale, imprenditoriale, fiscale, amministrativo, burocratico, bancario e via dicendo, non possiamo certo affermare che il nostro modello di vita e i valori ad esso associati, in particolare i 10 comandamenti ma potremmo anche parlare del codice civile, siano di esempio, “rispettati” e che poco e nulla si muove “liberamente e fluidamente” con un naturale senso di coscienza dell’individuo, per non parlare poi di quelle aree particolarmente delicate e in crisi legate alla salute, alla sanità, all’ambiente e alimentazione.

Il principio di Maat ci può davvero essere d’aiuto per comprendere quanto la mancanza di una legge “universale” comunicata all’uomo oggi si renda necessaria per dare vita, innanzitutto a una nuova visione della vita, successivamente a un nuovo ordinamento giuridico e civile che arrivi a sostituirlo del tutto o parzialemente.

Ti parlo di quella che può essere considerata come la premessa di una delle più importanti riforme religiose, politica, amministrativa, sociale, giuridica, etica, civile su larga scala, di ampio respiro e ampio raggio mai verificatesi, che coinvolga ogni settore della nostra vita, anche quello spaziale dei viaggi cosmici dell’umanità e dell’esistenza di altre forme di vita extraterrestri, come accadde in Egitto durante il periodo di governo del faraone Akhenaton (1351 a.c – 1334 a.c.), marito di Nefertiti e padre del faraone più famoso al mondo Tutankhamon, il quale instaurò il culto di Aton, il disco solare, un unico Dio.

Aton, il disco solare, era la divinità oggetto di questo culto. Si trattava di un dio già attestato anticamente tra le altre divinità egizie quale “contenitore” del sole nelle sue differenti manifestazioni all’alba, al mezzogiorno, al tramonto.

È una unica religione di tipo enoteista (enoteismo), che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accettare su di esso tutto il culto, considerata intermedia tra politeismo e monoteismo, in cui è venerata in particolar modo una singola divinità, senza tuttavia negare l’esistenza di altre divinità considerate inferiori. Akhenaton portò avanti una rivoluzione religiosa che pretendeva di voler dare un ordine di tipo superiore all’allora nascente stato egizio e che si rendeva necessario per definire a sua volta una corretta e sana condotta per la nascita di una società migliore.

Attualmente, tanto a livello sociale, quanto etico nella nostra vita si sono persi i valori di riferimento poiché fortemente contradditori nei vari ambienti di vita comune. Si avverte infatti, quanto mai imminente lavorare per costruire una nuova visione della vita. Partendo, forse, proprio dalla “religione” per abbracciare la scienza, la tecnologia, la filosofia, l’educazione, la famiglia, il lavoro, l’economia per unire, in un unico grande linguaggio universale, tutti i saperi.

E quale potrà mai essere questo unico linguaggio universale?

Daniele Pulciani

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