LIBERTA’ E VISIONE.

“Credo che il più grande dono che Dio abbia fatto all’uomo non è il dono della vista, ma il dono della visione. La vista è una funzione degli occhi, ma la visione è una funzione del cuore”. (Myles Munroe)

Ti sei mai accorto a volte di quante persone esistono che hanno un visione della vita limitata a poche futili questioni? Te ne accorgi quando una sera d’estate ti trovi a parlare con un gruppo di persone che ti hanno appena presentato e che i temi ricorrenti sono: “Sei sposato, separato, fidanzato? Qual è la tua situazione sentimentale? Poi si passa agli inciuci di stagione, alla politica, al calcio, ai contratti miliardari, al caso di Marchionne .. si insomma, ti accorgi che, nonostante si stia “parlando”, in realtà non si sta affatto comunicando. Il top lo tocchi quando si apre l’argomento donne e figa”.

E’ quello che spesso accade nelle più comuni conversazioni. Da notare è proprio che da queste “comunicazioni” puoi comprendere in che modo le persone hanno o elaborano una visione della vita.

Avere una visione della vita oltre le questioni pratiche o di tipo sociale non significa non essere attenti e sensibili alle problematiche e difficoltà della vita. Vuol dire esserne così coscienti che le stesse difficoltà le superi andando oltre al problema stesso. Ciò che ancora non abbiamo compreso e che l’attuale momento storico che stiamo vivendo lo supereremo quando smetteremo di preoccuparci o di avere paura. Quando smetteremo di parlare del superfluo o delle varie strumentalizzazioni mediatiche che canalizzano la nostra attenzione e inizieremo a dedicare tempo a noi stessi. Avere una visione (interiore) della vita è fondamentale.

Quando parliamo di libertà individuale, di crescita e miglioramento personale, della nostra condizione, soddisfazione, la libertà va intesa come libera espressione di se stessi perché abbiamo una visione che influenzerà il nostro modo di pensare, di parlare, di credere e di “vedere” la vita e il mondo. La sfida in questo caso è saper “leggere il mondo” (NOI STESSI) interpretandolo autonomamente attraverso la nostra personale visione. Per essere “sicuri” di essere sulla strada giusta è necessario sapere che ognuno di noi incarna una unicità e che questa “unicità” è una visione che deve nascere dal cuore e non dall’ego. Il cuore incarna valori quali la comprensione, la compassione, il coraggio, la volontà, la calma, il rispetto, l’ascolto, l’amore, il perdono, la gratitudine, la consapevolezza, l’accettazione, la sensibilità e favorisce la creazione di una sana e cosciente condotta che spinge l’uomo al rispetto del prossimo e della vita. Lo rende di fatto se stesso in armonia e in equilibrio.

Parlare di libertà di pensiero, della nostra (interiore) visione della vita, in questi tempi risulta essere ancora un lavoro poco compreso. Quando cerchi infatti di spiegare alle persone in che modo sia fondamentale avere una visione della vita che nasca dal cuore e dalla ricerca di se stessi, tanti sgranano gli occhi (troppo impegnativo nessuno che si vuole sporcare le mani). In realtà significa prendere coscienza di quanti limiti abbiamo e della quasi totale mancanza di consapevolezza che governano le nostre azioni e conversazioni, di come, parte del genere umano, è ancora chiuso nel suo vittimismo “storico”, impegnato a proteggere le sue paure, attaccato alle cose e bisognoso di tutto. E’ fondamentale prendere coscienza che l’ostacolo principale al nostro cambiamento è dato proprio da noi stessi più che dalle circostanze sfavorevoli. L’uomo per come lo conosciamo oggi si sta estinguendo e questo lo si comprende dalla mancanza di reazione.

La consapevolezza (visione) che l’uomo è chiamato ad acquisire serve per liberare l’uomo dalle relazioni di tutti i giorni, da quelle conversazioni che non hanno un senso, per avere fiducia, forza e coraggio, per migliorare il clima e l’atmosfera sociale, per tornare ad avere “fede” rispettando noi stessi e il prossimo. E’ fondamentale avere una visione della vita che nasca dal cuore. Il cuore dona coscienza e consapevolezza. L’uomo che ha una propria visione della vita che nasce dal cuore è molto più cosciente dei cambiamenti e delle dinamiche della vita, di quanto, tanta gente, una parte anche predominante dell’umanità, sia invece priva di quella “sensibilità” che, se posseduta, porterebbe l’uomo ad avere una condotta ben differente da quella attuale favorendo e accelerando il cambiamento. Stiamo parlando che per essere liberi, bisogna credere in se stessi e per farlo, siamo chiamati ad avere una visione della vita che nasca dal cuore. Lavorare sulla nostra libertà personale, intesa anche come condizione di benessere emozionale, energetico, psicologico, spirituale vuol dire avere una visione chiara della vita, essere coscienti di quali limiti dobbiamo superare per essere veramente noi stessi in maniera autentica.

La libertà di pensare, di parlare, di credere in una nostra personale visione della vita non vuol dire arrogarsi di una presunzione sterile e fine al soddisfacimento dei nostri interessi personali ed egoistici o che ci spinga a giudicare o a sbattere in faccia al prossimo il nostro menefreghismo e indifferenza senza poi fare nulla. Si sta parlando di avere una visione della vita in grado di elevarci oltre la superficialità, la sterilità di tutti quei comportamenti, schemi, abitudini e modi di parlare improduttivi, che significa, avere la capacità di discernimento di cosa conta veramente e quindi di quella “conoscenza” (visione) in grado di ispirarci e guidarci favorendo il nostro e altrui cambiamento.

Quando si ha una visione (interiore) della vita vuol dire che è il cuore che sta lavorando. L’anima. La coscienza. Una persona che ha una visione della vita che nasce dal cuore brilla, è illuminato poiché a risplendere è la forza del proprio amore. All’origine vi è la fiamma sacra della vita, la scintilla divina, ma dato che proveniamo da un’evoluzione industriale e tecnologica che ci ha “sconnessi” e robotizzati gettandoci nell’oscurità emozionale, creando apatia e indifferenza, e per essere noi stessi liberi di essere, ciò che va fatto, è costruire una visione della vita che dia soprattutto un senso al nostro “sentire”, alle nostre emozioni. Questo determinerà che l’uomo sarà capace di attribuire uno scopo ben superiore alle sue azioni e alla propria condotta e tanto più lo farà tanto più costruiremo una nuova visione della vita, collettiva a questo punto, basata, naturalmente, sul cuore e sulla coscienza.

La libertà personale vuol dire essere coscienti di se stessi, delle proprie emozioni, intuizioni e di quella “verità” che ci spinge a seguire ciò che sentiamo dentro di noi senza avere paura di essere giudicati. Quando la nostra visione della vita si arricchirà di quei contenuti esperienziali la nostra mente si aprirà e inizieremo, finalmente, ad essere noi stessi, ad avere capacità “sovraumane” perché è come se avessimo rimosso le nostre paure, liberando, la nostra essenza.

Daniele Andrea Pulciani

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