COME LIBERARSI DALLE DIPENDENZE RELAZIONALI E VIVERE FELICEMENTE INSIEME.

“Questa esilarante conversazione è tratta da una storia vera tra due amici mentre disquisiscono sul significato della gratitudine, riconoscenza e obbligo morale. Ci auguriamo che vi possa aiutare a capire in che modo, spesso, dietro le relazioni, si instaurano veri legami di interdipendenza, mentre siamo sempre più convinti, che una sana relazione, deve prevedere libertà e ampi spazi, senza pregiudizi, giudizi, critiche o condizionamenti di qualsiasi natura.

Buona lettura!

COSA FAI QUESTA SERA?

A: Cosa fai questa sera?

D: Stasera sono obbligato/a purtroppo ad andare a una cena di compleanno?

A: Come obbligato/a? Come purtroppo? Che paroloni!

A: Chiaramente non ha nulla a che fare con “obrigada” (parola portoghese che significa riconoscente) .. o forse si? Quasi costretta aggiungerei!

D: Riconoscente, giusto. Parola esatta. È il compleanno di una persona che mi è molto cara e che mi è stata vicina in momenti non facili.

A: Sai, penso che in questi casi sia importante riconoscere la differenza tra gratitudine e riconoscenza da quello che possiamo conoscere come “debito morale” od “obbligo morale”. La gratitudine o la riconoscenza le riconosci perché creano libertà tra le persone. “Il debito o l’obbligo morale”, invece, crea attaccamenti, condizionamenti, sensi di colpa, piacere camuffato da dispiacere o viceversa  (mi “dispiacerebbe” se ci rimanesse male, “ci tiene tanto che io vada” (obbligo o piacere?)), e cosi via ..

A: Dobbiamo sempre rimanere liberi nei rapporti, liberi di poter dire di no senza che questo ci faccia sentire “obbligati” ad andare o che pregiudichi il rapporto. Se ci sentiamo obbligati o se qualora scegliessimo di non andare dovessimo sentirci in colpa, non stiamo certamente parlando di gratitudine, forse di riconoscenza, ma sicuramente di quello che conosciamo con il nome di obbligo morale. Soprannominato “debito morale”.

D: Spiegati meglio, non ho capito?

A: Il “debito morale” o più comunemente conosciuto come “obbligo morale” (mi è stata vicina in momenti non facili, ha fatto tanto per me ecc) non ha nulla a che fare con la gratitudine. Può tuttavia essere accostato alla riconoscenza, ma se è vera gratitudine, così come se è vera riconoscenza, non si deve avvertire nessun condizionamento od “obbligo” e le persone si lasciano totalmente libere di scegliere, senza che per questo il rapporto di amicizia e affetto cambi. Tra l’altro, è possibile riconoscere “il debito morale” quando si percepisce un condizionamento che non ha fine nel tempo .. “gli sarò debitore a vita”.

A: Se ci pensi bene, la vera gratitudine, la riconosci perché non ha limiti di spazio e di tempo ed è incondizionata, ma soprattutto non ti obbliga a fare qualcosa o a sentire il “peso” della riconoscenza. Se la riconoscenza, essere riconoscenti, implica avvertire, in qualche modo, una sorta di “debito” da estinguere o un peso, un condizionamento, allora sta assumendo esattamente la forma del debito morale.

D: Si, ok! Potrei essere d’accordo, ma questo non porta poi a non interessarci più della persona?

A: No, assolutamente no! Al contrario. A volte i nostri comportamenti e le nostre relazioni diventano un “incastro” quando invece devono essere un piacere. Ma dato che tendiamo a voler evitare di essere visti come irriconoscenti (cosa che spesso accade quando non vengono confermate le aspettative), le persone, per amarsi nel rapporto tra di loro, per dimostrarsi affetto e attenzione, e con questo donarsi energia, si devono lasciare totalmente libere da condizioni di qualsiasi natura e imparare ad amarsi. (Spesso infatti, le persone ci rinfacciano quello che hanno fatto per noi o viceversa quando non ricevono in cambio la stessa attenzione)

D: No, penso di essere grata invece. Sono grata a chi mi ha aiutato e sono libera di non andare, ma ho scelto di farlo perché so che ci tiene molto. Tutto qua. Non provo nessun senso di colpa o condizionamento.

A: Ma quindi lo stai facendo per te o per lei? Vedi, magari non stai provando sensi di colpa, ma condizionamenti certo si! La cosa certa è che non ti stai esprimendo positivamente. Quando diciamo che siamo “OBBLIGATI” e che “PURTROPPO” dobbiamo andare a una cena di compleanno, quando magari vorremmo fare qualcosa di diverso o che ci piace di più, a contare sono le parole. Quando affermiamo dire che ci “DISPIACEREBBE” non andare, stiamo dicendo che andare ci fa piacere o dispiacere? Perché allora parliamo sempre al contrario? Dovremmo dire subito “Vado alla festa di una amico/a alla quale tengo molto e che amo tanto e verso la quale sono infinitamente grato/a” .. questo è quello che diremmo se stessimo provando esattamente i sentimenti giusti

A: Ma dato che a parlare sono le “parole”, lo sono anche i nostri sentimenti e le nostre intenzioni. E’ fondamentale saperle leggere. La gratitudine è differente dalla riconoscenza e spesso è proprio quest’ultima che nel tempo diventa un “debito morale”. Un obbligo. La gratitudine è spontanea, illimitata, incondizionata, libera e inafferrabile. Non è un qualcosa che doniamo ad una persona soltanto per la nostra riconoscenza, non solo, ma è un’energia che possiamo emanare solo quando stiamo amando, in risposta all’universo (e alla persona ovviamente) senza che per questo si creino legami o condizionamenti.

A: La riconoscenza è già differente dalla gratitudine perché presuppone una sorta di “obbligo”. Ti sono/sarò riconoscente per “sempre”. Quindi se siamo riconoscenti nei confronti di qualcuno dovremmo essere anche grati, ma se ci esprimiamo al contraro spesso è perché ci sentiamo di doverci “sdebitare” come se fossimo obbligati, e se ci sentiamo così, allora non può esistere la gratitudine e la riconoscenza diventa a tutti gli effetti un “debito”. Un condizionamento

A: La cosa più importante da sapere è che la riconoscenza, quando è gratitudine libera, vera e pura, deve prevedere un tempo, un limite, confine oltre il quale smette di esistere e di esserci e si trasforma in gratitudine. Come fa la farfalla. 😉

A: Questa è la vera magia. Trasformare la riconoscenza in gratitudine.

A: Altrimenti rimane davvero un debito (morale) a vita, senza più estinguersi.

A: Cosa fai stasera?

D: Vado al compleanno di una persona speciale, molto importante alla quale voglio dire quanto le sono grata, tengo a lei e la amo tantissimo!

A: Che sia allora splendida serata!

Daniele (Andrea) Pulciani

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