USCIRE FUORI DAI SOCIAL (TUTTI) PER TUTELARE LA PROPRIA SICUREZZA PERSONALE

È fondamentale capire i tempi che stiamo vivendo perché ne può valere per la nostra salute, fisica e mentale, ma anche e soprattutto, per la nostra sicurezza personale.

In questo articolo ti spiego perché ho scelto di uscire da tutti i social (Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn per citare solo i più blasonati) e lo faccio parlando di tutela e rispetto della nostra sicurezza personale.

Di quale sicurezza parliamo?

Della sicurezza legata alla nostra incolumità, al nostro benessere, alla nostra salute, al nostro rispetto come esseri umani, ai nostri diritti e chiaramente, alla nostra intelligenza.

È fondamentale farlo prima che i cervelli si spengano e si svuotino definitivamente. Prima che diventino atrofizzati e scatole vuote. Questo è ciò che sta accadendo dietro al fenomeno social che nessuno si rende conto. Così come è stata messa in discussione la nostra privacy personale, ora è la volta della nostra tenuta psicofisica ed emozionale, domani, ma lo è già da tempo, sarà il momento della nostra sicurezza personale.

Di cosa parliamo.

A che se ne possa dire, i social sono diventati uno strumento di controllo di massa e come tali contengono potenzialmente quelle capacità in grado di danneggiarci e/o manipolare le nostre menti, esasperare gli animi, scatenare polemiche inesistenti, influenzare gli eventi potendo arrivare a compromettere la nostra sicurezza personale.

Un domani potrebbero essere usati contro di noi.

Uscire fuori dai social, da tutti, significa liberarsi definitivamente da ogni strumento “tecnologico” potenzialmente manipolativo e dannoso per la nostra salute mentale, fisica ed emozionale, per la nostra intelligenza, per le nostre capacità di discernimento e per lo sviluppo del libero pensiero (il senso critico). Ma anche per smettere di essere manipolati e di manipolare.

Ha anche un altro valore più umano.

“Liberarsi” dai social significa tornare a fare le cose con maggiore naturalezza, umanità e presenza per avere una reale esperienza della vita contrariamente a quella virtuale. A livello cognitivo comportamentale, psicofisico, i social, hanno questo di scopo, quello di prepararci gradualmente all’arrivo della realtà virtuale e del 5G.

Contrariamente a quanto si possa pensare, invece che unirci, i social stanno “esaurendo” le nostre facoltà umano sensoriali e ci scollegano dalle persone, dalle nostre emozioni, dalla linfa vitale della nostra vita, dalla nostra interiorità creando così un “filtro”, un velo (il social stesso e poi la realtà virtuale) che creerà una seconda realtà e deciderà per noi la qualità delle nostre emozioni, la quantità delle informazioni che dobbiamo trattare o avere e dunque, la qualità della nostra esperienza di vita.

In termini evolutivi ed educativi questa tecnologia (social, virtuale, 5G) ci impedirà di accedere a un’altra tecnologia, ben più importante, quella custodita dentro di noi. Di cui nessuno ci parla.

Non abbiamo bisogno di nessun social per comunicare nel mondo e con il mondo. Siamo noi quella tecnologia, è tutto custodito dentro di noi. Abbiamo due tipi di tecnologie: una di tipo biologico e l’altra di tipo spirituale. Due codici in grado di portarci a livelli mai pensati prima di comunicazione a distanza, telepatica. Ricordo che l’uomo, come essere vivente, si sta evolvendo dall’homo sapiens sapiens all’homo telephaticus. La tecnologia che vediamo fuori nel mondo è una diretta, manifestazione della nostra evoluzione tecnologica, ma piuttosto che essere coscienti di essere noi quella tecnologica, quella tecnologia controlla noi.

Questo di cui ti parlo è un tema che tratterò ampiamente quando sarà il momento, ora il mio intento è quello di poterti dire che già custodisci una tua tecnologia in grado di farti “comunicare” con il mondo, solo che ancora non la conosci.

Giornata mondiale della disconnessione.

Il 1 marzo è stata la giornata mondiale senza internet .. conosciuta come la giornata della disconnessione. È una giornata in cui si invita tutti a mettere il proprio device in modalità aereo, per riprendere ossigeno e curare la “sbornia” da internet. Ti rendi conto di cosa significa? Vuol dire che sono i telefonini che controllano la nostra vita, la tecnologia che controllo l’uomo.

Ecco allora emergere il concetto di “sicurezza personale”, del rispetto della nostra intelligenza, dell’uso politicamente scorretto dei social (e della tecnologia) come strumento di controllo della nostra vita. Essere fuori dai social, oggi come oggi, per qualcuno, significa essere “fuori di testa” significa essere troppo “fuori dagli schemi”, ma è un grande atto di forza interiore e di coraggio, ha un gran valore.

Ci da la possibilità di pensare con la nostra testa, di ricerca le informazioni con maggior qualità, essere capaci di comprendere cosa è importante per noi che non lo è per la società. I social condizionano ogni nostra percezione della realtà e vuol dire anche liberarsi da ogni possibile influenza e abuso di uno strumento che non ha più nulla di social perché sono diventati vetrine di immagini di persone che non esistono nella realtà, se esistono allora significa che le persone stesse sono i loro social e non viceversa e questo apre tante riflessioni sulla nostra autenticità e su chi siamo veramente.

Molti infatti, si nascondono dietro un profilo.

Noi non siamo i nostri social, non può un social rappresentare un essere umano. Eppure ecco tutti li ad osservarci dietro una immagine, una foto, un post, perdendo in questo modo il contatto con la vera realtà e con noi stessi.

Ormai è dimostrato che i social controllano e condizionano le nostre emozioni e basterebbe solo questo per avere conferma di quanto già siamo pilotati, di quanto è in pericolo la nostra sicurezza, ma penso anche a tutti quei meccanismi che si sono già da tempo automatizzati dentro di noi, come ad esempio quello di aprire gli occhi la mattina e ancora prima di alzarci o di prendere il caffè controlliamo e apriamo i social.

In base a ciò che ci compare come algoritmo, al 1° messaggio, alla prima foto, capiamo come sarà la nostra giornata. Ci dobbiamo davvero rendere conto che tutto ciò ha a che fare con la nostra sicurezza personale, intendendo con il termine anche la nostra incolumità perché i social potrebbero essere già pronti per essere usati contro di noi, del resto lo stanno già facendo quando ci influenzano e condizionano le nostre emozioni o quando ci spingono a essere chi non siamo.

Dobbiamo imparare a mostrarci e metterci a nudo, ma non in una foto, dal vivo, toccandoci e abbracciandoci. Ricercando l’esperienza.

Altre questioni toccano anche aspetti che per qualcuno potrebbero essere marginali ma per me sono davvero essenziali. La mia decisione di uscire dai social è tutta qui.

Essere sempre connessi ai social ha un costo energetico non solo legato alla ricarica del nostro cellulare, o al costo del nostro gestore, che ha sempre il suo valore e per quelle persone in difficoltà economica è davvero frustrante sapere di non potersi collegare sistematicamente.

Sto parlando di una energia molto più importante. L’energia psichica e ancestrale. L’energia interiore. La forza vitale.

Ad essere controllate non sono solo le nostre menti, il nostro cervello, il sistema nervoso, l’apparato “emozionale” per intenderci. Viene controllata e gestita e influenzata la nostra energia interiore ed è qui che parliamo di “sicurezza personale”.

Personalmente ho potuto constatare in che modo, essere scollegato dai social, non avere più nessun profilo, non solo ha fatto si che una ricarica della batteria del mio telefono durasse 4 giorni anziché che 1, ma che fossi io stesso ad avere molta più energia, più concentrato, centrato e, in qualche modo, più “autonomo” e indipendente. Più libero. Più leggero.

In questo “esperimento” mi sono reso anche conto di quanto non abbiamo bisogno di tutto ciò che crediamo di avere bisogno. Il principio sul quale i social basano il loro successo è energetico, sociale energetico. Quello che molti non sanno è che siamo noi che ogni giorno “arricchiamo” Facebook con la nostra presenza, con il nostro account. Lo annaffiamo quotidianamente e il social cresce, cresce, cresce. Mentre nella nostra vita non accade nulla di tutto ciò. Non c’è nessuna crescita umana a seguire un social. Non si evolve.

Una dipendenza senza fine e senza consapevolezza.

Dobbiamo comprendere che non è più possibile, come esseri umani, essere così influenzati. Molti di noi infatti, alla sola idea di chiudere i propri profili social si sento male, persi, smarriti e se non abbiamo il coraggio di chiudere un profilo perché è come se “morissimo”, il ruolo dei social è quello di farci sentire “felicemente” isolati, allora significa che dobbiamo lavorare tanto sulla nostra fiducia personale, sul nostro amor proprio, sulle nostre paure

A nulla serve giustificarsi con le consuete motivazioni di pubblicità e di marketing, io ci lavoro, a me serve per l’azienda, la ricerca del lavoro ecc, molte sono le persone infatti, che pensano che i social siano utili, magari per ritrovare un amico di vecchia data, per promuovere la propria attività.

Personalmente sono dell’idea che il mondo, e noi, è capace di andare avanti anche senza i social.

Qui servirebbe fare un sorta di censimento per sapere quanti sono i casi di vera utilità e servizio sociale da quelli invece che non hanno le stesse buone intenzioni. Penso che sia giunto il momento di “pesare” (con entrambi le mani) quanto siano davvero “utili” questi social, ma questo dipende da che tipo di vita vogliamo e dalle nostre convinzioni.

Quando ho capito cosa stava accadendo nel mondo dei social e la conseguente perdita di sicurezza personale e di libertà individuale mi è venuta in mente una frase di Gandhi che disse: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Nel frattempo che decidevo di chiudere i social scoprivo che lo stesso Massimiliano Allegri, allenatore della Junventus, aveva chiuso tutti i suoi canal. Un caso?

Penso che bisogna essere davvero il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, ma quanto di noi sanno cosa vuol dire realmente?

Un caro saluto. A presto!

Daniele Andrea Pulciani

 “La fossa del leone è ancora realtà .. uscire è impossibile per noi .. è uno slogan di falsità .. il nostro caro angelo si ciba di radici e poi .. lui dorme nei cespugli .. sotto gli alberi .. ma schiavo non sarà mai .. “

PS: ti consiglio di andarti ad ascoltare la canzone di Lucio Battisti .. “il nostro caro angelo”.

Ecco il link .. https://www.youtube.com/watch?v=e1o40fTJLzs

Buon volo!!

 

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