QUANDO ESSERE SENZA LAVORO DIVENTA LA MIGLIORE OCCASIONE PER IMPARARE AD AMARE.

Sei senza lavoro? Amati! Ritroverai fiducia personale, forza interiore e coraggio!

In un’epoca in cui il mondo del lavoro è diventato ostile, instabile e precario, sotto certi aspetti improduttivo, diseducativo e disumano, che verrà progressivamente sostituito dalla tecnologia, in cui il valore umano di una persona è determinato dalle sue capacità di sopportare, accettare e tollerare ingiustizie e mancanza di rispetto, in cui passeremo da uno Stato di Diritto a uno Stato di Coscienza, in cui verrà riformata la giurisprudenza e il mercato del lavoro, lo sviluppo del talento e dei doni dell’anima si rende necessario come valido strumento di “alta” sopravvivenza, per la nascita di quei nuovi valori che daranno vita ai “nuovi mestieri” , professioni che per la loro unicità aiuteranno le persone e la collettività a riqualificarsi, potendo così essere davvero considerate per il loro vero e più autentico valore umano e professionale.

Alla luce di queste considerazioni, va aggiunto che dobbiamo passare da un modello di lavoro speculativo, servilistico e competitivo, che vede il lavoratore usato e sfruttato, ad uno modello contributivo, collaborativo e di utilità sociale in cui mettere il proprio talento, le proprie capacità, al servizio di se stessi e della collettività. È fondamentale favorire la nascita non solo di quei “nuovi mestieri” che per la loro unicità aiuteranno le persone a riqualificarsi, il talento è unico per ognuno di noi, ma anche per poter ridare un vero valore umano e professionale a chi in questo momento sta affrontando tali difficoltà.

Parlo soprattutto per chi è senza lavoro considerando che lo sviluppo del talento, qualunque esso sia, favorisce un miglioramento generale nella vita di chiunque a qualsiasi livello sociale e lavorativo.

Occorre pertanto passare da un modello che vede il lavoratore un mero esecutore di un “servizio” in cui viene mercantizzato perché è alla disperata ricerca di un posto di lavoro, tra l’altro limitato a poche opportunità lavorative e scarsamente retribuite, ad uno modello contributivo, collaborativo e di utilità sociale in cui far emergere il proprio talento, i propri valori, una spiccata creatività individuale e metterlo al servizio della collettività.

Lavorare o trovare lavoro oggi sta diventando sempre più difficile perché il numero di persone che cercano lavoro è in sempre più in aumento mentre il numero di posti di lavoro disponibili è in diminuzione. Ecco le cause dell’ostilità e della precarietà.

Basti pensare che per una posizione di segretaria, ma potremmo parlare di ogni settore, ci sono decine e decine se non centinaia di candidati. È chiaro dunque che alla luce di queste considerazioni, ricercare un lavoro in condizioni così ostili, senza considerare poi le eventuali tipologie di contratto e retribuzioni, gettano molte persone nello sconforto, a volte nella disperazione e lasciano a molti poche possibilità.

Cosa fare?

Ciò che le persone fanno fatica a comprendere e che questa attuale crisi dei valori, dei comportamenti, del lavoro è da considerare sotto diversi aspetti tra cui forse quello più importante è legato ai valori del rinnovamento e del “risorgimento” che arrivano solo tramite un trasformazione interiore e spirituale. I problemi della nostra società incarnano i problemi dell’uomo e non sono casuali, ma bensì la una più alta volontà di un progresso del genere umano che è chiamato a rinnovarsi nello spirito, nel cuore e nella mente.

Sono in atto una serie di trasformazione sociali epocali che stanno cambiando il nostro modo di vedere la vita aprendoci a degli orizzonti sino ad ora poco esplorati per la nostra cultura di provenienza ma che ci stanno sollecitando ad un cambiamento di vita interiore in cui a fare la differenza sono proprio le nostre emozioni e ciò che sentiamo dentro di noi importante rispettare.

È necessario dunque sostenere una riqualificazione professionale e umana delle persone che aiuti a far emergere le proprie unicità, il proprio valore, le abilità “creative”, i propri talenti, un più autentico amore per se stessi tale da favorire una maggiore forza interiore, fiducia personale e rinnovate capacità comunicative e di promozione di se stessi. Più in linea con le proprie unicità.

Così sarà possibile sostenere le persone nel loro percorso di recupero stimolando allo stesso tempo la nascita di nuovi mestieri in linea con le esigenze sociali. In questo modo le persone che non hanno un lavoro, potranno avere maggiori probabilità di avere non solo un nuovo inserimento professionale, ma creare più occasioni tra di loro, dare vita alla propria attività/iniziativa potendo contribuire così alla nascita di un nuovo modello di lavoro, oppure favorire e sostenere altre iniziative e allo stesso tempo rinnovarsi nella mente, nel cuore, nello spirito e nella fiducia personale.

“Se ognuno di noi imparasse sin da piccolo a sviluppare il proprio talento, da adulto non rimarrebbe mai senza lavoro”.

Bisogna sottolineare che la mancanza di lavoro, essere disoccupati o essere stati licenziati, ha un impatto psicologico nella vita delle persone tali da favorire la perdita della fiducia, dell’autostima, della motivazione sino ad arrendersi, arrivando, anche in casi estremi, a perdere il senso e il valore della vita, la dignità. A vari livelli, la mancanza di opportunità lavorative, agisce sulla felicità stessa di una persona, sul suo stato di realizzazione e di benessere tale da influire a livello famigliare, sociale e culturale.

Tutti aspetti che a loro volta influenzano la qualità della vita e il tipo di impatto che ha nella società.

Il talento può davvero salvarci non solo perché ci darà una nuova “qualifica professionale”, ma perché la vita e il mondo del lavoro stanno davvero cambiando e per evitare rimanere senza opportunità è fondamentale rinnovarsi. Stiamo di fatto andando verso una tecnologizzazione del lavoro, che verrà svolto dalle macchine, e serve educare le persone a sviluppare il proprio talento per poterlo mettere a disposizione della collettività e non più solo per fini o interessi personali.

Per comprendere questo concetto è fondamentale capire il cambiamento in atto e il tipo di trasformazione sociale che sta avvenendo. Dobbiamo smettere di pensare al lavoro come lo stiamo facendo ora e aprirci verso gli altri. Il lavoro non va più visto come fonte di ricchezza personale, ma come strumento di aiuto, collaborazione, utilità sociale e di ridistribuzione della ricchezza a favore di tutti.

Ognuno di noi può sviluppare il proprio talento e unirlo al talento degli altri, può sviluppare le proprie unicità e metterle al servizio del prossimo ritrovando così tante opportunità e voglia di fare. Questo ci salverà dal perdere tempo nel cercare un lavoro che non esiste, magari lo cercheremo comunque, ma il nostro spirito sarà ben diverso.

La ricerca del talento è un lavoro per tutti?

Si, ci vogliono tre ingredienti principali: volontà, coraggio e tanto amore per se stessi.

Chi capirà questo messaggio saprà mettersi subito al lavoro e alla ricerca di se stesso e del proprio talento, sviluppando progressivamente nuove capacità che lo aiuteranno ad affrontare l’attuale cambiamento donando nel frattempo, a se stessi e al prossimo, maggiore motivazione, più sicurezza, fiducia personale e speranza.

Come si definisce il talento?

1) Il talento per essere scoperto, portato alla luce, nutrito e fatto crescere ha bisogno di amore.

2) Un metodo preciso di lavoro, di studio, di pratica e di sviluppo

È possibile lavorare sul proprio talento attraverso due approcci. Il primo individuale e assistito (guidato da un coach, counselor, esperto), il secondo di gruppo attraverso corsi esperienziali e seminari. L’amore che la persona saprà dare a se stessa sarà fondamentale. In entrambi i casi serve un metodo (Modello della Libertà) che favorisca la comprensione, lo studio e la ricerca del talento.

In termini temporali, per gli adulti, servo circa due anni (ma il tempo è relativo) per definire le caratteristiche e gettare le basi allo sviluppo del proprio talento considerando che la scoperta dei talenti è una vera e propria guarigione interiore perché il talento in questo caso è da considerare come i doni dell’anima.

Siamo nell’era della trasformazione sociale e tecnologica e spirituale e come esseri umani siamo chiamati proprio a sviluppare e padroneggiare una maggiore conoscenza della vita più in linea con un sentire interiore che non ad una visione della vita di tipo materiale e consumistica.

In questo modo ogni persona ritroverà un senso di vivere più naturale, sano e in armonia con se stesso contribuendo alla nascita di una società migliore basata sull’intelligenza del cuore e sul rispetto per il prossimo.

Daniele Andrea Pulciani

 

 

 

 

 

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