LA NUOVA FRONTIERA DELL’EDUCAZIONE

Gli esseri umani non hanno poi così bisogno che una religione o un insegnamento spirituale impongano loro degli articoli di fede. Hanno soprattutto bisogno di metodi che li porteranno a scoprire l’impronta viva che Dio ha lasciato in loro. Fortunatamente, tutti portano in sé tale impronta! È lei che permette loro – quando cercano veramente – di trovare nel proprio cuore e nella propria anima ciò che le religioni non sempre rivelano. Perché? Perché, fra coloro che le rappresentano, moltissimi sono più preoccupati di assicurarsi il potere che non d’illuminare i fedeli, anche se dicono di condurli sulla via della salvezza. Come capire che cos’è questa impronta di Dio? Dato che Egli ci ha creati, ha impresso in noi il Suo sigillo, ci ha impregnati della Sua quintessenza e ha lasciato in noi delle tracce fluidiche, come pure tutta una rete di filamenti che ci collegano a Lui e grazie ai quali, facendo lo sforzo di cercarlo, scopriremo la Sua presenza”. (Omraam Mikhaël Aïvanhov)

 

LIBERI DI STUDIARE. LIBERI DI VIAGGIARE. LIBERI DI LAVORARE.

Esiste un metodo, un metodo di insegnamento grazie al quale è possibile spiegare a una persona a saper studiare senza studiare. Grazie al quale è possibile ricercare liberamente la conoscenza e con essa potersi preparare a esercitare qualsiasi professione, orientandosi liberamente nel mondo senza più limiti, confini o barriere. Grazie a questo metodo ognuno di noi ha la possibilità di imparare senza dover andare a scuola, senza che la scuola sia più “obbligatoria”.

Immagina di poter studiare e arricchire la tua conoscenza, preparazione, esperienza potendo contare su un metodo di autoformazione che sostituisca una scuola, che faccia in modo che sia tu stesso a essere quella scuola. La conoscenza che infatti oggi abbiamo della scuola è di essere considerata come la “casa” del sapere, la fonte della conoscenza, nella quale ogni individuo viene istruito ed educato. Tuttavia questa tipologia educativa limita l’educazione e l’accesso alla conoscenza vera (per vera si intende quella necessaria a una persona per autorealizzare se stessa e il proprio talento).

Lev Tolstoi diceva che “la differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza”. Ne deriva che in funzione della “conoscenza”, scuola o dell’università, pubblica o privata, laica o religiosa, popolare o di élite, l’esperienza educativa può cambiare sensibilmente e con essa l’esperienza del mondo, della vita e della realtà. Contestualmente del modo di essere, di comportarsi, di vedere e pensare il mondo può cambiare radicalmente sino a creare differenti esseri umani con differenti livelli di conoscenze e “disuguaglianze”. Non stiamo parlando di avere tutti la stessa conoscenza, ma bensì di evitare che “differenti” livelli qualitativi di conoscenza possano dare vita a comportamenti egoistici finalizzati all’ottenimento di un potere di controllo e di dominio sul prossimo o su chi è più svantaggiato.

La frase scientia potentia est (o scientia est potentia) è un aforisma latino col significato di «sapere è potere», cioè: la fondata conoscenza di una disciplina è il presupposto per utilizzarla al meglio. Tale frase viene solitamente attribuita a Francesco Bacone, che nelle Meditationes sacrae del 1597 aveva scritto nam et ipsa scientia potestas est (‘poiché la scienza è di per sé una potenza’), anche se con un significato diverso da quello moderno. La versione corrente della frase (scientia potentia est) è da attribuire a Thomas Hobbes, che in gioventù era stato segretario di Bacone. Nel suo De Homine (1658) Hobbes scrive:

«Il sapere è potere, ma è potere piccolo, perché il sapere che conta è raro, non si mostra se non pochissimo, e in pochissime cose. La natura del sapere [autentico, NdT] è infatti tale che non può essere afferrato se non da chi vi sia predisposto.»

Iniziamo dunque a considerare come la conoscenza che oggi disponiamo per educare sia del tutto o quasi ininfluente alla conoscenza che potremmo avere se fossi capaci di accedere a quella contenuta dentro di noi. Perché è di questa che stiamo parlando. Di portare alla luce la conoscenza che custodiamo dentro di noi quale Impronta di Dio.

In questo modo ognuno di noi sarebbe considerato unico ed essenziale poiché incarnerebbe una conoscenza che avrebbe un suo spazio e ruolo specifico nella vita e non come accade oggi che per una professione abbiamo migliaia di laureti o lavoratori disoccupati.

Questo trattato sulla scuola e sull’educazione intende gettare le basi su quella che sarà la nuova metodologia educativa del futuro, capace di eliminare la disoccupazione. E di dare a ognuno di noi un posto nel mondo. Stiamo parlando della nuova frontiera dell’educazione dell’uomo, e non è un caso se proprio ora si può iniziare a parlare di questa metodologia senza suscitare eccessivo clamore.  Sta di fatto che diventa essenziale sapere come oggi, gran parte della conoscenza, la stessa che poi ci spinge a ricercare un lavoro, alla quale accediamo attraverso i tradizionali canali (scuole, università, enti di formazione), può essere del tutto accessibile e fruibile liberamente purché si disponga di un metodo in grado di poterla padroneggiare, ricercare e studiare. Ciò che va approfondito è come poter sviluppare il nostro talento piuttosto che imparare materie che per il loro tempo di somministrazione è sempre in ritardo rispetto all’evoluzione e alla velocità del mercato del lavoro.

Liberi di studiare, liberi di viaggiare, liberi di lavorare richiama la possibilità che nel futuro ogni cittadino del mondo, di qualsiasi provenienza culturale e sociale, possa essere libero di viaggiare, studiare e lavorare in qualsiasi parte del mondo, senza limiti, confini o “muri” perché ha sviluppato il proprio talento. L’Impronta di Dio.  È questa eventualità va considerata essenziale per il futuro stesso dei nostri figli che non saranno più condizionati a rimanere nel proprio paese di origine, magari, proprio per responsabilità di quello stesso sistema scolastico ed educativo che non li prepara a viaggiare e orientarsi nel mondo.

“La conoscenza ci dà potere”, “Sapere ci aiuta a decidere”, “Conoscere ci libera”. (Washington Post)

La nuova frontiera dell’educazione passerà attraverso la capacità di ricercare autonomamente le informazioni potendole confrontare con la stessa nostra conoscenza, quella che custodiamo dentro di noi come “Impronta” lasciata da Dio. La rivoluzione, se di rivoluzione si può parlare, è tale poiché contrariamente a quanto sino ad oggi sperimentato, la nostra conoscenza viene per lo più costruita attingendola a fonti esterne a noi e quasi mai, invece, come processo di ricerca interiore. Metodo induttivo, intuizione intellettuale. Ne consegue che anche a livello psicologico la nostra fiducia personale, la nostra autostima, che viene spesso compromessa quando non è educata alla conoscenza di se stessi o quando si tende a privilegiare metodi tradizionali, risulta nettamente migliore. Ogni essere umano ha bisogno di imparare a conoscere se stesso perché nel farlo impara ad amarsi.

La sicurezza che nasce da una metodologia del genere mette una persona in grado di saper agire nel rispetto della vita e del mondo. Chiaramente non è soltanto di una educazione intellettuale di cui stiamo parlando, ma anche di una educazione emozionale e spirituale. Di amore e rispetto verso se stessi e il prossimo. Di portare alla luce il dono che Dio ci ha fatto.

Come possiamo scoprire questa “impronta” dentro di noi? Sforzandoci di cercalo, scopriremo la Sua presenza.

Daniele Pulciani

(Tratto da “Il modello della libertà” – Nati per essere liberi. Libro in lavorazione)

 

 

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