E’ del tutto probabile che l’emblema per eccellenza del cristianesimo, l’uomo in croce, sia a tutti gli effetti il simbolismo di una verità insita nel segno della croce e non nell’immagine dell’uomo.

E’ del tutto probabile che l’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, sia una “croce” (stella) e che la sua più autentica manifestazione non sia la crocifissione, ovvero la morte in croce, ma bensì l’Uomo Stella e quindi la vita che nasce dalla croce come emblema della luce che sorge da una stella.

La croce rappresenterebbe la forma naturale ed universalmente riconosciuta dalla quale si propaga la luce stellare, la verità della vita: l’amore (basti pensare alla Luce che emana una stella). Il cuore sarebbe così il simbolo umano, terreno, allegorico del potere universale contenuto nel segno della croce e quindi, della luce presente dentro ognuno di noi.

E’ del tutto probabile che l’emblema per eccellenza del cristianesimo, l’uomo in croce, non rappresenti, se non contrariamente, solo una piccola parte della verità insita nella nostra natura umana, spirituale ed universale.

Una visione dell’uomo che contempli la possibilità di riconoscere l’uomo stesso “Figlio di Dio”, “Figlio di una Stella” apre la vita oltre ogni limite, liberando così l’uomo da se stesso, dalle sue paure, aiutandolo ad essere Chi è, vero e più autentico che mai. In armonia e in equilibrio con la vita, il mondo e l’universo.

“Il simbolo della croce smetterebbe così di rappresentare il dolore, il sacrificio, lo strazio o il martirio e diventerebbe simbolo di luce, di rinascita, di forza, di coraggio, di verità, di libertà, di amore”.

Daniele Andrea Pulciani

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