IL VALORE SPIRITUALE DEL DIRITTO DI VOTO

Votare non ha solo un valore “politico” o di responsabilità sociale che può essere inserito in quello che conosciamo come “dovere civile” o diritto di voto.

Quando parliamo di esercitare il diritto di voto dobbiamo anche considerare il suo valore umano, etico, spirituale aggiungerei, del diritto di non voto, inteso in questo senso come libertà di scelta o comunemente conosciuto come “obiezione di coscienza”.

Votare ha un valore ben più importante rispetto a quello che possiamo immaginare o pensare da un punto di vista civile o giuridico. La stessa cosa vale per il “diritto di non voto”.

 

Possiamo affermare che nel diritto o dovere di voto, ogni cittadino, esercita il proprio “potere di voto” o potere sovrano. Sappiamo infatti, che il potere di eleggere il governo è nelle mani del popolo che attraverso le elezioni nomina e sceglie i propri rappresentati.

  • Ma quanti sanno cosa accade veramente quando votiamo?
  • Quanti sono coloro che sanno cosa significa votare?
  • Siamo sicuri di sapere tutto quello che c’è da sapere?
  • Abbiamo mai preso in considerazione che “il voto” possa avere anche un valore spirituale?

Forse molti non sanno cosa significa veramente votare o ne hanno una idea parziale. Penso che questa espressione del filosofo Hobbes possa rendere più chiara l’idea:

“Io autorizzo e cedo il mio diritto di governare me stesso a quest’uomo o a questa assemblea di uomini, a questa condizione, che tu gli ceda il tuo diritto, e autorizzi tutte le sue azioni in maniera simile. Fatto ciò, la moltitudine così unita in una persona viene chiamata uno stato, in latino civitas”.

Sai cosa significa questa affermazione?

Indica cedere, letteralmente, il proprio diritto di libertà a governare se stessi a qualcun altro e quindi, significa cedere (gratuitamente) e mettere nelle mani di un’altra persona o di un gruppo di individui, la nostra vita.

Mettere la nostra vita nella mani di qualcun altro vuol dire anche mettere i nostri valori, i nostri sogni, le nostre speranze, il nostro cammino spirituale o crescita interiore autorizzandola così a governarci con l’impegno o la promessa che farà le stesse cose per se stessa e per noi, nel bene e nell’interesse della comune collettività.

E’ davvero una follia poiché nessuno può mai davvero saper e poter decidere cosa è bene per qualcun altro.

Ad oggi, votare, vuol dire a tutti gli effetti trasferire e concedere l’autorizzazione a gestire la nostra vita e quindi ad esercitare liberamente, senza controllo e in possesso di tutte le immunità, ogni forma di controllo, ordinamento e organizzazione sulla nostra vita e su quella dell’intera collettività, senza preventiva autorizzazione o potendo comunque “sperare” che lo stessa avvenga nel rispetto della buona diligenza del padre di famiglia.

Io elettore dono a te “eletto” il mio potere (diritto di voto) a governarmi.

 

Alla luce di queste considerazioni l’atto del voto, visto anche gli attuali scenari politici, assume da un punto di vista umano e in mancanza di validi rappresentanti istituzionali (veri uomini, veri leader) un atto di subordinato e tacito assenso ad uno stato di schiavitù. È un “suicidio” alla libertà personale, al libero pensiero.

Da un punto di vista etico e spirituale, votare ha una forte simbologia, perché stiamo parlando di dare, attraverso la forma del voto, il potere della nostra energia spirituale in mano a una minoranza (pochi partiti) di veri sconosciuti.

Inoltre significa anche trasferire la nostra proprietà intellettuale, spirituale, etica e morale nelle mani di un “beneficiario” che se ne dovrà prendere “cura” rappresentandoci in funzione della sua personale visione della vita o interessi personali o di governo. Di volontà e di rispetto per le persone ce ne ben poca traccia.

 

Parlare del valore spirituale del diritto di vito significa sapere che nell’atto del votare ogni essere umano perde, in qualità di essere umano dotato di ragione e coscienza (1° articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani) la propria libertà e la libertà è amore.

Si spoglia dei propri poteri temporali e spirituali perdendo in questo modo ogni possibilità di scegliere o di influenzare, secondo i propri valori, la propria vita.

L’esercizio del diritto di voto non significa solo sapere che a detenere il potere di una nazione è il popolo, diritto questo che non viene più ormai garantito a causa di una legge elettorale che impedisce di fatto la formazione di un governo netto di maggioranza oltre anche a causa alla ben nota influenza dei poteri “forti”.

Parlare del valore spirituale del diritto di voto significa sapere che il potere insisto nel diritto alla vita, quando lo stesso è esercitato senza che determini un evidente beneficio per l’elettorato, per la collettività, per il sociale, ma invece aumenta le avversità, l’eccessiva burocratizzazione, le ingiustizie, le crescenti difficoltà, assenza o perdita di lavoro e di sicurezza personale, assenza di un governo netto di maggioranza, significa di fatto perdere il diritto e il rispetto alla propria vita.

L’atto in se e per se del “voto” è un gesto che di fatto determina la perdita del nostro diritto di esercitare “liberamente” ogni azione di responsabilità nella nostra vita e dall’altra la delega che a farlo sarà una terza persona o istituzione. Quando questa “terza” persona, stato o governo, non è più in grado di tutelare i diritti dei singoli cittadini, non votare diventa un diritto.

Il diritto di non voto.

 

È davvero stupefacente questo passaggio a livello etico, morale, intellettuale e spirituale. Cediamo gratuitamente il nostro diritto a governare e ad essere governati in cambio di una aspettativa o promessa.

Votare significa trasferire energia, donare potere, autorizzare una persona ad esercitare un potere per conto nostro e in suo nome senza sapere se lo stesso, in funzione dei propri principi morali, etici e spirituali garantirà il rispetto dei diritti stessi o di ciò che vogliamo che cambi o migliori realmente.

Tutto ciò equivale a concedere ad una persona di esercitare ogni azione sulla nostra vita.

Di essere “proprietaria” della nostra vita, ivi inclusi di decidere per il bene dei nostri figli, la nostra felicità, libertà, ricchezza, sicurezza, per la nostra vita in caso di guerra ecc.

Possiamo davvero affermare, visto l’attuale stato delle cose, che nel diritto voto, che è possibile esercitare per esprimere il proprio individuale potere sovrano e di un popolo, non esiste più nessun valore se poi, chi eleggiamo per governarci, non è più garante del rispetto dei diritti dell’uomo.

Non votare significa a questo punto detenere, controllare ed esercitare il nostro potere spirituale e temporale in attesa del “salvatore”.

In attesa della nascita di una nuova classe dirigenziale di veri e illuminati leader.

 

Con il voto cediamo “qualcosa” di ben diverso dalla nostra preferenza e in questo atto la maggior parte di noi trascura l’aspetto spirituale. Mantenendo, invece, in mio possesso il “diritto di voto” senza esprimere nessun voto, senza votare nessuno, a livello energetico e spirituale conservo la mia libertà, dignità, coscienza ed energia oltre che il controllo di me stesso.

Non vengo meno ai miei diritti, doveri o responsabilità, ma li avvaloro di quella componente umana indispensabile: il rispetto!

Ora, se a tutela del diritto e del dovere di voto, ci fossero da una parte una corretta legge elettorale e dall’altra parte una compagine elettore (classe dirigente) cosciente, consapevole, “casta”, pura, incorruttibile che fa l’interesse e il bene di un popolo, votare oggi sarebbe davvero un piacere e non più solo un dovere, ma inoltre, sarebbe il gesto più  naturale e spontaneo che potremmo fare.

Ma dato che a rappresentarci non ci sono leader “eletti”, votare oggi, non ha più alcun valore. Il valore invece lo assume il diritto di non voto.

Non votare ha molto più valore ed è in questo caso che manifestiamo, come popolo e cittadini, il nostro potere sovrano.

 

Venendo alle ultime elezioni europee e volendone farne una lettura simbolica ed esoterica, la vincita del partito di Matteo Salvini, La Lega, per comprenderne il significato e il suo vero valore, occorre partite dal contesto sociale nazionale in cui ci troviamo che, a tutti gli effetti, è una situazione in cui a governare ben presto sarà un unico partito.

Ma il vero significato della vittoria della Lega è da ricercare nel simbolo della Lega stessa: il Guerriero di Legnano.

(che tratterò in un altro articolo)

Il simbolo ha tanti significati. Per chi è sensibile e vede “oltre” il Guerriero di Legnano simboleggia l’Imperatore dell’antica Roma, un guerriero munito di spada e scudo, rivolto verso il cielo. Un imperatore che potrebbe però trasformarsi in un dittatore e questo dipenderà tanto da quanto noi cittadini, esseri umani, anime ed esseri spirituali saremo disposti a farci governare o illudere.

Comunque la simbologia è davvero molto forte.

Per esercitare il nostro potere sovrano come cittadini, ma anche come anime, basta semplicemente che nessuno voti più.

Quando una Nazione, un popolo, deciderà all’unanime di non votare più nessun governo il popolo, l’uomo, riprenderà in mano il proprio potere e la propria libertà facendo cadere di fatto ogni forma di governo e assumendosi al contempo la responsabilità di governare se stesso come mai ha fatto prima.

Questo è il lavoro che ci aspetta. E tanto ma in questo modo l’uomo emergerà dal suo stato di decadenza morale e intellettuale potendosi così aprire a nuovi scenari, rinnovandosi nella mente e nel cuore, nella capacità d gestione della “politica” non più attraverso una casta o élite. Bensì tramite forme assembleari direttamente gestite dal popolo che a quel punto non avrà più bisogno di essere rappresentato da qualcun altro perché avrà sviluppato la propria intelligenza, coscienza, spiritualità.

Daniele Pulciani

 

PS: di Vincenza LaFace

“È tempo di agire. Questa è la missione. Se siamo compatti iniziamo. È inutile tenerci un sapere se non lo utilizziamo e noi siamo abilitati a farlo dall’Amore che siamo per renderlo utile. Il passo fondamentale era ritrovarci. E questo il punto fermo. Ora ci muoviamo di conseguenza tenendoci per mano. Uniamo le energie, una tavola rotonda, e tempo circolare, ossia è tempo di far circolare l’Amore.

Stai in guardia “guerriero”. Ci siamo. È tempo di germoglio.

 

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