CAMBIA E CAMBIERÀ IL MONDO.

Cos’è che determina il miglioramento o il cambiamento di un essere umano?

Partiamo dal lavoro.

Prendiamo una segretaria, un impiegato, un insegnante, un libero professionista, un manager, un imprenditore, uno sportivo, un artista ma prendiamo anche un genitore, un padre, una madre, un nonno/a, un figlio, un fratello, una sorella, un parente, un amico. Prendiamo tutti coloro che oggi compiono un qualsiasi tipo di lavoro che sia dalla segretaria al titolare di una azienda. Prendiamo chi svolge un qualsiasi lavoro. Facciamolo in chiave di contributo professionale, al lavoro che svolge, al tempo che dedica, ai soldi che guadagna con il suo impiego, alla vita che conduce, a cosa fa con la ricchezza che accumula o con i soldi che spende per vivere. Mentre lo facciamo immaginiamo che questa persona sia alle prese con la vita di tutti i giorni. Sveglia la mattina, lavoro, figli, famiglia, casa, impegni e scadenze varie, svago, amicizie, sentimenti e sport, sesso e riposo.

Tradizionalmente possiamo affermare che chi è impegnato a svolgere qualsiasi tipo di lavoro ha poco tempo o quasi nulla da dedicare a se stesso, al suo miglioramento (crescita morale, intellettuale, emozionale, spirituale). La maggior di noi infatti, spende il proprio tempo per compiere una serie di azioni (compiti), che sia da un insegnante a un libero professionista o imprenditore, per assolvere ad attività che nella maggior parte dei casi non producono e non produrranno nessun miglioramento effettivo della persona.

Chi ad esempio è una segreteria, con il suo lavoro ripetitivo di 6/8 ore giornaliere non può certo affermare che grazie al suo lavoro sta migliorando se stessa. Magari rende la vita migliore ai propri collaboratori, ai clienti dell’azienda, rende con il suo servizio un servizio di qualità, si fa apprezzare per la cordialità, per la gentilezza ecc ecc, ma non può certo dire che il lavoro che svolge è in grado di MIGLIORARE UNA PERSONA E CONTRIBUIRE ALLA SUA CRRESCITA COME ESSERE UMANO. Prendiamo un libero professionista, un manager, un imprenditore. Quali sono i loro compiti? Sempre tradizionalmente parlando queste figure, come la segreteria, svolgono anch’essi un lavoro ripetitivo, magari più flessibile di più ore 10/14 al giorno con una o più finalità, ma tutte atte a produrre un comportamento finalizzato all’ottenimento del raggiungimento di un risultato. Un obiettivo. Un libero professionista con le sue consulenze, un manager con le sue riunioni e affiancamenti, un imprenditore con il suo business.

Ma quanti di loro possono affermare che nello svolgi-mento del loro lavoro stanno contribuendo A MIGLIORARE UNA PERSONA E CONTRIBUIRE ALLA SUA CRESCITA COME ESSERE UMANO?

Prendiamo infine un genitore, un insegnante, un padre, una madre, un nonno ecc ecc .. quanto del loro tempo è usato per MIGLIORARE UNA PERSONA E CONTRIBUIRE ALLA SUA CRESCITA COME ESSERE UMANO?

Quando parliamo di migliorare una persona stiamo affermando di migliorare se stessi, la propria crescita e miglioramento personale.

Il 99% della popolazione umana deve lavorare per vivere. Per mangiare deve lavorare. Per andare in vacanza deve lavorare. Per comprare qualsiasi cosa deve lavorare. Sempre il 99% della popolazione mondiale, ma per semplificare le cose prendiamo solo il nostro paese, lavora per accumulare quella ricchezza che poi spenderà (per fini egoistici) per vivere. Il 99% della popolazione “mondiale” non sa che anche se si raggiungono nuovi e migliori obiettivi di vendita, nuove posizioni di carriera, nuovi risultati, clienti più soddisfatti questo necessariamente significhi che si è contribuito al miglioramento di se stesso, del prossimo e del mondo. Molti lo fanno, ma non è detto.

LA VARIABILE E’ IL TEMPO

Se pensiamo al “tempo” che viene dedicato al lavoro, alla famiglia, ai figli, alla carriera, alle varie feste, cerimonie e via dicendo, è facile capire che non vi può essere nessun miglioramento concreto nè in noi stessi, nè come contributo alla vita e agli altri, se la maggior parte di noi lavora per vivere.

Se non diventiamo consapevoli e coscienti che quello che stiamo facendo o che crediamo di fare anche in buona fede in realtà non sta cambiando in meglio assolutamente niente della vita perché il tempo a nostra disposizione non viene utilizzato per noi stessi ma per svolgere un compito fine a se stesso, e che questo tempo PERSO non sarà più recuperabile se non forse nella prossima incarnazione, nessun vero cambiamento è possibile. Il cambiamento è una diretta conseguenza del cambiamento personale.

Inutile dire di aver contribuito alla crescita di una persona quando da questa ci si aspettava un risultato di produzione. Inutile dire di aver fatto si che qualcuno diventasse più ricco e soddisfatto grazie al nostro sostegno se di quella ricchezza ne hanno beneficiato tre/cinque persone. Inutile dire che con il nostro “lavoro” stiamo migliorando la vita di qualcun altro se a spingerci è un interesse professionale. Inutile dire che con il nostro tempo abbiamo contribuito a migliorare la vita di qualcuno se poi non abbiamo il tempo, e la voglia, di migliorare noi stessi. Inutile andare in vacanza e dedicare il proprio tempo a riposare, dormire, fare bagni e passeggiate rilassanti, leggere libri (l’unica voce che salvo), uscire con gli amici, bere 15 cocktail, tornare abbronzati (sbronzi) ed entusiasti di un viaggio se poi non abbiamo dedicato tempo o quasi niente al nostro miglioramento come esseri umani.

A settembre saremo più o meno le stesse persone, forse con una leggera ritrovata forza, ma sicuramente, come spesso accade, sempre insoddisfatti per la ripresa dei “lavori” forzati.

Proviamo a fare due conti. Del tempo a nostra disposizione, facciamo 100 per arrotondare, dedichiamo un 25% per dormire, un 10% per mangiare, un altro 10% per vestirci e muoverci, il 50% per il lavoro, nel 5% rimanente c’è un ventaglio di voci infinite che producono il 90% del nostro stress. Il tempo che ne rimane o di quello che riusciamo a recuperare, cerchiamo di dedicarlo a noi stessi non per capire in che modo migliorare come esseri umani, ma per riprenderci dallo scock o da quello che abbiamo speso. Una stima ottimista ci dice che appena l’1% del nostro tempo effettivo lo dedichiamo veramente a noi stessi.

A determinare il cambiamento e miglioramento di un essere umano (noi stessi e gli altri) è l’attenzione e quindi il tempo che dedicheremo. Questo ci porta ad affermare che se è vero che il nostro tempo lo usiamo per lavorare e quindi per “vivere”, allora significa che una delle due affermazioni è falsa. O è falso che lavoriamo oppure è falso che viviamo. È più facile pensare che sia falsa la seconda.

Noi non stiamo vivendo e, paradossalmente, non inizieremo a vivere fintanto che “lavoreremo”. In secondo luogo, nessun cambiamento è auspicabile finché non cambieremo modello e schema di vita. L’estate dovrebbe essere il mese della formazione e non della de-formazione. Ma a parte questo l’aspetto che va affrontato, in termini di MIGLIORARE UNA PERSONA E CONTRIBUIRE ALLA SUA CRESCITA COME ESSERE UMANO, è l’utilità e il senso delle nostre azioni che se sono sempre fini a se stesse non servono a nessune. Se non miglioriamo come esseri umani non può migliorare il mondo. Per migliorare abbiamo bisogno di tempo, ma se lo stesso è usato per ogni cosa tranne che per migliorare vuol dire che non stiamo migliorando. Magari ci stiamo “arricchendo”, ci sentiamo più “sereni” e fieri di noi, ma all’atto pratico migliorare se stessi vuol dire cambiare e fintanto che faremo sempre le stesse cose non potremo affermare nè che siamo cambiati nè che siamo migliorati.

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